Lavarmi i denti

Lavarmi i denti
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È consuetudine diffusa tra gli addetti alle pulizie dei grandi alberghi infilare gli spazzolini da denti degli ospiti nel culo mentre questi sono fuori per un walking tour o uno snorkeling tra i coralli. 

Se questa grave fallacia nell’igiene non basta a scoraggiarvi nell’usare lo strumento odontoiatrico più popolare al mondo posso darvi di più. Nella puntata della serie Mythbusters andata in onda il 25 gennaio del 2004 Adam Savage e Jamie Hyneman, i due conduttori, dimostrano che su tutti gli spazzolini da denti presi in esame dopo un mese di utilizzo e indipendentemente dalle condizioni di conservazione, sono sempre presenti tracce di coloformi fecali, un gruppo di batteri della famiglia delle Enterobacteriaceae che vivono nell’intestino dell’uomo e altri animali e che costituiscono il più comune rivelatore di contaminazione fecale. La distanza tra i due orifizi si accorcia, l’uroboro è in agguato. 

Ci laviamo i denti perché abbiamo sempre temuto il tartaro, lo strato di batteri, funghi, sali di calcio e fosfati che ci ricopre i denti. T a r t a r o: la polvere sotto al tappeto del mondo. Tartaro: dove Giove esilia i titani. Tartaro: un ritmo zoppo di roccia che casca. Tartaro: l’inferno che punisce i colpevoli. Tartaro: la feccia depositata sul fondo delle bottiglie d’olio e del vino. Tartaro: la carie, l’usura del dente nuovo. Così abbiamo cominciato a inventare modi per staccarci il tartaro dai denti. 

Pure il saggio Eihei Dōgen nel dodicesimo secolo con la sua innovativa interpretazione del Dharma, lo Shōbōgenzō, annotava con curiosità questi usi dei monaci giapponesi: “Qui, nel magnifico impero giapponese, tanto i laici che i monaci sanno come si usa lo spazzolino e possono perciò vedere e udire la infi­nita luce del Buddha”. 

A dire il vero, non tutti conoscono il modo corretto di usare lo spazzolino e spazzolare la lingua, e molti lo fanno abba­stanza a caso. Comunque, a confronto con gli ignoranti cinesi della dina­stia Sung, i giapponesi almeno conoscono le buone maniere delle persone educate. Anche i maghi e gli eremiti usano lo spazzolino; esso è uno stru­mento per rimuovere la sporcizia e un mezzo di purificazione”. Per spazzolino il Venerando Maestro intende un piccolo rametto di salice, sfrangiato da un lato in modo da liberare le fibre e poterle sfregare sui denti. 

Da quando non si leggono più i giornali è l’abluzione dei denti la nostra preghiera del mattino e così già allora tanto nella devozione quanto nell’igiene si raccomandavano regole certosine: “Vi sono cinque regole per pu­lire la lingua: non spazzolatela più di tre volte ad ogni pulizia, non fatela sanguinare, non spazzolatela così rudemente da spruzzare l’abito di saliva, non gettate lo spazzolino dove passa la gente, pu­lite la lingua in pri­vato”. 

Non mi risulta che nella Bibbia si faccia parola dell’igiene orale [nel caso abbiate delle citazioni pregnanti potete inviarle a [email protected]] mentre Dōgen ci fornisce un edificante e gustoso aneddoto sul Siddhārtha Gautama in persona: “Una volta il Buddha si trovava con mille e duecentocin­quanta monaci, nel monastero del Boschetto di Bambù, nei pressi di Rājagrha. Il primo di dicembre il re Prasenajit fece preparare un banchetto per il Buddha e i Suoi discepoli; il mattino presto, il re stesso donò al Bud­dha uno spazzolino. Dopo averlo usato, il Risvegliato lo gettò a terra ed esso germogliò, crescendo fino a raggiungere il cielo. I rami e le foglie coprirono il cielo come nuvole; sbocciarono fiori grandi come ruote di carro e apparvero frutti dalle dimensioni di un otre”. Dai diamanti non nasce niente, dagli spazzolini nascon i fior

Gli Stati Uniti – rovina del mondo – non sono certo celebri per raffinatezza spirituale ed eleganza ma quando si tratta di dire questo è mio Cristo scansati: H.N. Wadsworth brevettò lo spazzolino da denti nel 1857 (brevetto americano nº 18653), quel prototipo era fatto d’osso con setole di peli di cinghiale siberiano; l’era del cinghiale bianco era alle porte per Wadsworth, sarebbe bastata una spazzolata per salutarla con una buona dentatura sfavillante. Con l’invenzione del nylon da parte di Du Pont oggi il mondo si avvia festante verso la sua distruzione, eseguita minuziosamente dalle microplastiche. Microplastiche nei polmoni, microplastiche nelle placente, microplastiche nel mare e nel cielo, ovunque. Lo spazzolino da denti suona spavaldo le trombe di questa apocalisse polimerizzata spargendo ogni giorno microplastiche nella nostra preziosa cavità orale.

Io da piccola volevo essere brutta e fare schifo a tutti, soprattutto a mia madre e quindi per tre anni ho deciso consapevolmente di smettere di lavarmi i denti di nascosto. Oggi sarebbe un gesto ecologico di buon cuore – buttare via, ma dove? lanciare nello spazio gli spazzolini? – ma era il mio modo di scappare di casa: fare un patto col tartaro, il mio compagno infernale. Mai avuta una carie.

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