Impanicarmi con le canne

Impanicarmi con le canne
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Sono stanca di impanicarmi con le canne. È iniziata come per tutti a Amsterdam, dove con un mio amico abbiamo fumato più di un grammo di Amnesia al Baba. Ve la porto io un’erba forte – aveva detto il tizio italiano che lavorava nel locale e ci aveva pure fatto uno sconto. Ho scoperto che si chiamano budtender quelli che lavorano nei coffeshop, cugini dei bartender. Insomma giriamo tre canne con quella mistura di erbe che hanno sul tavolo – nei coffeshop non si può fumare tabacco e quindi devi usare quella per fare la mista – e ce le fumiamo lì.

Io sono andata fuori di testa: ansia, tachicardia, allucinazioni e dissociazioni da me stessa – da quel giorno le canne hanno cominciato a farmi impanicare. Così avevo smesso, ci ricascavo ogni tanto quando bevevo e andava pure peggio. Però le circostanze della vita mi hanno riportata a confrontarmi col THC: ho lavorato due anni in un ufficio e in mezzo mi sono sorbita anche una pandemia, chiusa in una casa in mezzo agli Appennini, se non volevo uscirne pazza o alcolista dovevo fare pace con l’erba.

Così ho deciso di fare un po’ di ricerche online e ho scoperto che spesso fumare strain contenenti una buona dose di CBD, il cannabidiolo – antagonista del THC che causa la fattanza – può aiutare. Mi sono coltivata due piantine di questa tipologia di cannabis e qualche mese dopo avevo la mia erba per sperimentare. Ho cominciato con dosi veramente minime e l’ho aumentate finché gli effetti non erano troppo forti o finché non rischiavo di svenire se mi facevo una doccia calda. Poi col tempo ho trovato la mia dose ottimale e ho ricominciato finalmente a dare la serata libera al mio cervello appena staccato dal lavoro senza dovermi bere necessariamente tre birre per poi svegliarmi col reflusso il giorno dopo. Ho stilato un piccolo decalogo che può tornare utile a chi come me ha avuto questo problema con l’erba e magari vuole ricominciare a fumare ma non sa bene come fare:

1) Non esistono regole quindi sperimentate. Esplorare l’ignoto può essere gratificante. Magari in una situazione tranquilla, da soli o con gli amici, la buona musica aiuta, i film aiutano, i videogiochi aiutano (un consiglio: Red Dead Redemption 2).

2) Partire dalla dose più piccola che si riesce a immaginare e poi il giorno dopo aggiungerne un po’ di più. Se sembra non farvi effetto non rifumate di nuovo ma chiedete a voi stessi: davvero non sento proprio niente? Usate quel momento per affinare i vostri sensi e le vostre percezioni. Ringraziate l’universo che non siete impanicati.

3) Scegliere l’erba giusta. Il discorso fatto sopra per il CBD aiuta perché fa sentire meno gli effetti. Certo se provo con un’erba che dichiara avere sopra il 20% di THC è difficile trovare la misura e magari gli effetti saranno più immediati e forti. Meglio trovare una genetica più leggera, spesso sono anche più economiche. La pietra filosofale sembra essere il rapporto 1/1 tra CBD e THC, più o meno quello che sta nel Sativex; fidiamoci della scienza medica, quindi.

4) Fare soltanto un tiro e aspettare almeno quindici minuti. Serve per sentire gli effetti e capire se sono troppo forti. Se ci prendiamo comunque a male avremmo almeno limitato i danni.

5) Se non so cosa c’è nella canna di Fabrizia non ci fumo. Ognuno ha il proprio rapporto con la cannabis, la propria misura e la voglia di provare una determinata esperienza, una propria abitudine che col tempo rende meno violenti gli effetti. Quindi se non si sa cosa e quanto c’è dentro la cartina meglio desistere per non rovinarsi la serata. Se proprio non ce la faccio a dire di no provo con il punto 4.

6) Fumare dopo aver bevuto una birra magari aiuta a stare rilassati e disinibirsi. Fumare dopo che si è bevuto cinque birre, una bottiglia di vino e due amari rischia di diventare un disastro. L’alcol amplifica gli effetti del THC, quindi occhio. Però come al solito sperimentate con consapevolezza.

7) Per qualche strano motivo che non conosco rifumare dopo aver già fatto un tiro una mezz’ora prima – vedi punto 4 – riduce di molto le possibilità d’impanicarsi. La prima botta di THC è quella che più facilmente induce lo stato negativo: che ansia – forse sono troppo fatta – ma gli altri se ne accorgono? Una volta stretta la mano alla sostanza sembra già di conoscersi da una vita e il secondo tiro si può fare con maggiore relax.

Spero che questi consigli possano esservi utili, a me hanno quasi salvato la vita. Purtroppo viviamo ancora nel proibizionismo: è difficile fare informazione, è difficile sapere cosa compriamo, è difficile stare rilassati con una canna in tasca. Si fa resistenza anche quando ci si butta sul divano a fine giornata, una resistenza stanca ecco. Ma non ci facciamo rubare anche questo: stare improduttivi persi tra i nostri pensieri, senza fare nulla che sia gran che utile, magari ascoltando i Tangerine Dream o guardando fuori dalla finestra l’inverno senza tristezza. Leggeri e po’ barcollanti come le foglie che cadono.

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