Una notte un Uomo dai Baffi a V stese una giacca di panno appena lavata in balcone. Improvviso arrivò un vento gelido e dispettoso, che vedendo la giacca appesa se ne innamorò e la avvolse nelle sue mani gelate. Le sfiorava le maniche, infilando soffi gelati nelle tasche e la poveretta, davanti a tante attenzioni, gelò in un momento. Quando il vento se ne andò, la giacca rimase rigida come uno stoccafisso, ondeggiando da una parte all’altra alla luce della luna.
Subito dopo arrivò un vampiro molto miope, appena la vide, sgranò gli occhi spenti, una sete inenarrabile lo dilaniava da notti e come un missile lanciato verso il teatro di Mariupol, le si buttò addosso. Quale stupore e dolore si dipinse sul volto di quel misero essere notturno, quando i due canini toccarono la giacca gelata. Un gridò spaventoso turbò il sonno di tanti, ma non dell’Uomo dai Baffi a V, che ascoltava nelle cuffie un Concerto per orchestra sinfonica di Aleksandr Nikolaevič Skrjabin. Si girò solo nel letto, sistemandosi meglio le coperte e abbassando un po’ il volume del lettore dvd, poi sprofondò in un sonno ristoratore, malgrado il rumore del portone sbattuto con forza da parte di una donna anziana, destinata ad animare la prima messa del mattino. Sputando e tossendo il vampiro molto miope abbandonò la giacca alla luce notturna, non senza averle lasciato un pezzo di dente sul bavero della giacca. Intanto le sue labbra si erano riempite solo di panno e fili e la fame lo aveva reso ancora più miope. Il resto della notte trascorse tranquillo tranne il volo di un dottore in visita ambulatoriale ad alcuni pazienti sofferenti di allucinazioni: avevano visto un vampiro con un solo dente assalirli dal vetro della finestra.
Al mattino quando l’Uomo dai Baffi a V uscì nel balcone a ritirare la giacca, non si accorse del pezzo di dente fissato nel bavero e distese al fuoco brontolone la giacca di panno, fuori avanzavano stormi di passeri, ai quali solerti impiegati controllavano la temperatura corporea, prima di distribuire loro la razione di miglio e vermi di allevamento. I passeri firmavano la ricevuta e dopo essersi scambiati qualche informazione sullo stato dei venti, il sapore dell’aria, la leggerezza delle nuvole e il grado di radioattività del carbonio-14, si libravano nel cielo in cerca di frutteti di ciliegie e pesche.
La giacca trascorse tutta la mattinata davanti il fuoco, alimentato da faldoni di storie gialle da collezione del suo proprietario, che aveva provveduto a sacrificare felicemente, dato che aveva deciso di cambiare hobby: da questo momento in poi avrebbe collezionato foglie di salvia. Certamente un modo migliore per salvare più spazio in casa da destinare ad altri tipi di giacche. La carta avvolta dalle fiamme si colorava di rosso, verde, viola, blu tenebra e stridule voci si alzavano lievi fino al soffitto, poi si posavano sul lampadario, per ritornare tranquillamente tra le fiamme allucinate.
All’ora di pranzo la giacca chiese un goccio di vino, una fetta biscottata con marmellata di pera e tre noci da sgusciare. In casa c’erano solo frittelle di baccalà e pistacchi chiusi. L’Uomo dai Baffi a V aveva dimenticato di fare la spesa e il suo conto corrente segnava una cifra di poco inferiore ai due euro. In ogni caso riuscì a trovare un bicchiere di vino barattandolo con tre frittelle di baccalà e un bacio sull’orecchio con la grassona dell’ascensore, che lo strinse audacemente fra le sue braccia. Un “Crack!” fece piegare il poverino in due, che si fece a carponi il resto delle scale e si stese sul letto. Trovò faticosamente la posizione meno dolorosa, mettendosi a faccia in giù. Si era appena addormentato quando sentì suonare il campanello, aprì provando un dolore acuto e incontrò le parole di un Corriere della DHL che gli disse: “Ho da consegnare questo cellulare in cambio di un sogno appena fatto.”
L’Uomo dai Baffi a V allungò il collo e rispose: “Sono stato appena svegliato e non ho sogni da dare, solo un tormento, non ricordo ancora se il mio amore ha un neo sul labbro o sul mento e la cosa mi fa alquanto male.”Il Corriere della DHL si girò e ripose il pacchetto dentro il furgone, vicino al fuoco la giacca di panno giocava a Uno con una mollica di formaggio. L’Uomo dai Baffi a V ritornò a letto, tenendosi la schiena, stava per stendersi, quando suonò nuovamente il campanello, aspettò che qualcuno aprisse, al terzo squillo saltò e si diresse verso la porta. Si trovò davanti il Sosia Sbagliato di Aladdin Skywalker, dal pizzetto grigio sotto un casco bianco, che gli offrì due biglietti per il Qatar in cambio di un disco muto.
“Non ho nessun disco muto da darti, inoltre non ho voglia di partire per i mondiali, ad ottobre non ho giorni di ferie e poi Gaetano mi ha detto che quando non partecipa l’Italia, i mondiali li vince sempre la Germania” rispose l’Uomo dai Baffi a V tenendosi la schiena, con un gesto deciso strappò il filo del campanello e si barricò in casa, controllando, però, che nessuno parcheggiasse davanti al suo passo carrabile. A tardi notte gli arrivò un messaggio di Lulone, che gli chiedeva il permesso di parcheggiare, davanti casa, la macchina di un amico. Non ottenne risposta, dato che il sonno era calato sugli occhi e la giacca si era ritirata nella lavatrice per rinfrescarsi dai sussulti della giornata.
Su una spiaggia assolata due fautori di un pensiero comune, bevendo una birra russa a basso contenuto alcolico, giravano le forchette di plastica sulle linguine ai frutti di mare raccolti in contenitori di alluminio. I sassi splendevano, le cozze cantavano, le lumache aspettavano la rugiada, i volti sprizzavano autentiche gocce di serenità, mentre in una località collinare la Giacca di Panno con un canino spezzato nel bavero beveva un Negroni in compagnia di una Giacca di Velluto Scuro. La giornata era quasi calda, nessun bombardamento era in programma su Infinity e il pezzo di smalto brillava nel cielo sereno; dopo aver ingurgitato una giusta quantitativo di alcool la Giacca di Panno rideva agitando le maniche salutava tutti quelli che erano diretti al mare. Da un terrazzo di terra l’Uomo dai Baffi a V la guardava e tremava in maniche di camicia, aveva perduto la sua amica e la fonte di calore quotidiano.

