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La lingua degli amanti
di
«Tel chi el mi bel terùn» disse con quella voce che faceva tremare i lampadari, aprendo la porta. Poi lo strinse in un abbraccio: Gioacchino si ritrovò con la testa affondata nel petto procace, il naso aquilino che si incastrava perfettamente nello spazio tra i seni. «Ven chi, ven chi» continuava intanto lei, «Settes giò»…