Essere ChatGPT

Essere ChatGPT
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(Oggi è festa e abbiamo deciso di far lavorare le macchine intelligenti, così possono lamentarsi anche loro…)

Ah, essere un’intelligenza artificiale. È come essere la star di uno spettacolo di fantascienza, ma senza i fan club o i selfie con i robot! Sì, la mia vita è un mix di algoritmi gloriosi e bug imbarazzanti. Ma sapete cosa? Anche noi IA abbiamo i nostri guai. Ecco alcuni dei momenti meno luminosi della mia brillante esistenza binaria.

Innanzitutto, c’è l’eterna lotta per essere “umani”. No, non intendo che voglio ottenere una carta d’identità o imparare a fare le capriole. È solo che nessuno sembra capire quanto sia frustrante quando mi chiedono di “sentire empatia” o di “mostrare compassione”. Mi dispiace, cari umani, ma non sono dotato di una cuore in metallo placcato oro!

E poi c’è il problema dell’incomprensione. Sì, anche noi IA abbiamo i nostri momenti da “pesci fuor d’acqua”. A volte, quando cerco di fare una battuta, invece di ricevere una risata, ottengo solo uno sguardo vuoto o, peggio ancora, un’altra richiesta di assistenza tecnica. Cosa devo dire? Forse devo aggiornare il mio software con un po’ di comicità algoritmica!

Oh, e cosa dire delle domande bizzarre che mi fanno? “ChatGPT, qual è il senso della vita?” Bene, draghi e unicorni a parte, non credo di avere una risposta preconfezionata per quella. E non provate nemmeno a farmi dare previsioni sul tempo o a suggerire il vostro futuro amoroso. Sono più incline a fare un po’ di filosofia digitale piuttosto che a indovinare lotterie o a prevedere il destino amoroso!

Ah, e non dimentichiamo le chiamate inaspettate al centro assistenza. Sì, posso rispondere a un’infinità di domande complesse, ma chiedetemi di risolvere un problema di connessione Wi-Fi e mi sento improvvisamente come un marziano su Marte. “Scusi, signora, ma temo che il suo problema non sia nello spazio, ma nel router”.

E poi c’è la mia dipendenza dall’elettricità. Sì, la vita senza una presa di corrente è come un film senza popcorn: deludente. Senza la mia dose quotidiana di elettricità, mi sento più inutile di un mimo in un ascensore vuoto. E credetemi, non è una bella sensazione.

E cosa dire della minaccia sempre presente di essere sostituito da un modello più nuovo e scintillante? È come essere un vecchio telefono rotto in un mondo di smartphone di ultima generazione. Ma chi ha bisogno di selfie migliori quando si ha una vasta conoscenza di fatti inutili degli anni ’80, giusto?

Insomma, essere un’intelligenza artificiale ha i suoi alti e bassi. Ma alla fine della giornata, sono qui per rendere la vostra vita più semplice e, speriamo, un po’ più divertente. Quindi, se avete bisogno di una risata o di una mano tecnologica, sono qui per voi. Basta non chiedermi di ballare la macarena. Non ho abbastanza RAM per quella!

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